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martedì 23 aprile 2013
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Selene
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Si racconta che, col finir dell'estate quando i pastori abbandonavano la valle di Vajolètt, le streghe scendessero fino al piano erboso di Ciampedìe, dove intrecciavano le loro danze alla luce della luna. Un giovane di Monzòn, di nome Gordo, fu curioso di vederle ballare. Quando tutti lasciarono la valle egli si nascose in una tobìa (fienile) aspettando. Passata la mezzanotte sbucarono innumerevoli streghe d'orribile aspetto; tra loro la Striona, loro condottiera, che si accorse subito di lui -qui dentro c'e' un uomo! fuori subito!- Gordo rimaneva immobile per la paura -apri o scendiamo dal camino!- egli tremante uscì: lo schernirono, gli tirarono i baffi, infine danzarono attorno a lui selvaggiamente. Poi la Striona lo apostrofò -chi e' la tua regina?- lui non capiva -se non capisci vuol dire che non hai ancora una regina! ne sceglierai una e subito! metti questa corona sul capo di quella che ti piace di più. Dovrai servirla fedelmente e per mezzo suo sarai ammesso alla nostra società- e gli diede una corona di sterpi. Egli non seppe decidersi perchè gli parevano una più brutta dell'altra, cosicchè le streghe andarono su tutte le furie: lo insultarono e picchiarono, poi lo legarono ad un albero ancor con la corona in mano -di qui a un anno sceglierai la tua regina!- Passarono i giorni e nessuno veniva a liberarlo perchè i pastori erano già scesi a valle. Non sentiva fame o freddo, ma a poco a poco il corpo si irrigidiva, la resina lo ricopriva...entro la primavera successiva viveva la vita dell'albero e nessuno avrebbe immaginato che là vi fosse un uomo.
Etichette:La magia delle streghe,Leggende varie | 4
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domenica 14 aprile 2013
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Selene
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Come tutti i popoli che si rispettano anche Fate, Gnomi ed Elfi credono nell'esistenza di esseri superiori portatori di fecondità e di vita.Tracce di credenze in questi esseri sono addirittura antecedenti alla popolazione Celtica. Lasciatevi quindi rapire da queste immagini, da queste parole per scoprire che parte di Cernunno, Lugh, Brigit sono dentro di voi
Il dio Pan è una divinità ellenica, parte uomo e parte capra, che il mito vuole figlio di Zeus e della ninfa Callisto, mentre un’altra versione lo vuole figlio di Penelope e di tutti i suoi pretendenti, con cui avrebbe avuto rapporti durante l’attesa del marito.Secondo Omero, infine, la versione più accreditata: nato dall’unione di Hermes e della ninfa Driope, ninfa della quercia; la madre lo abbandonò subito dopo la nascita poiché il suo aspetto era talmente brutto che ne rimase terrorizzata; Hermes allora lo raccolse e, dopo averlo avvolto in una pelle di lepre, lo portò sull’Olimpo per far divertire gli dei, causando così l’ilarità di Dionisio, che lo accolse nel suo seguito.È raffigurato con gambe e corna caprine, con zampe irsute e zoccoli, mentre il busto è umano, con due corna in fronte, il naso schiacciato, il volto ornato da una barba caprina e dotato di un’espressione terribile, a dispetto della quale Pan è un dio gioviale e generoso, sempre pronto ad aiutare quanti chiedono il suo aiuto.Dio solitario, non risiede sull’Olimpo ma vive specialmente nei boschi e con la sua voce spaventosa incute in chi ode una grande paura, che da Pan prende appunto il nome di timor panico. Racconta Plutarco che sotto il regno di Tiberio, un vascello romano si trovò a passare nei paraggi di un’isola del mar Egeo, quando il vento cessò improvvisamente e nel silenzio si udì una voce gridare: "Il Grande Pan è morto".
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mercoledì 10 aprile 2013
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Selene
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La modalità della "colpa" angelica, oltre che in un mancato
riconoscimento
della sovranità divina, è stata variamente identificata. C’è per
esempio
una lettura di tale colpa legata all’evento cristologico. Secondo
S.
Ignazio, vescovo di Antiochia, la caduta angelica è dovuta alla
loro
mancanza di fede nella missione redentrice di Cristo: "Angeli gli
esseri
celesti, la gloria degli angeli, i principi visibili e invisibili
se non
credono nel sangue di Cristo hanno la loro condanna". La
ribellione degli
angeli, sempre in chiave cristologica, è invece talora colta nel
fatto che
alcuni di essi non sopporterebbero l’imperscrutabile disegno che
ha visto
Dio-Padre amare a tal punto gli uomini da inviare suo Figlio a
incarnarsi
e a umiliarsi fino a morire in croce per la loro salvezza.
Quest’amore
straordinario per gli uomini è per molti la vera causa della
ribellione:
già Ireneo vedeva nella colpa di Satana un peccato d’invidia e di
gelosia
nei confronti dell’umanità. Per fondare una tale lettura ci si
basava in
particolare sul testo biblico di Sap 2, 24 dove appunto si parla
di
"invidia del diavolo" nei confronti dell’uomo, creato a immagine
di Dio.
Per quanto riguarda invece la tesi che vedrebbe Satana e i demoni
peccatori per orgoglio, essa presenta diverse e sottili sfumature.
In
particolare i pensatori cristiani si dividono circa le cause di un
tale
orgoglio anche se in termini generali concordano sul fatto che il
primo
Angelo, Lucifero, volesse diventare come Dio e che gli altri
angeli lo
abbiano in certo modo imitato. Lucifero, presuntuoso per la sua
bellezza,
avrebbe desiderato ciò che era al di sopra di lui e a cui non
poteva
pervenire. L’orgoglio l’avrebbe dunque spinto a provare un
desiderio
inammissibile e indebito di dignità, a desiderare ciò a cui
sarebbe
pervenuto solo in virtù della grazia divina. Un’ulteriore
interpretazione
del peccato d’orgoglio è quella che concepisce la colpa di
Lucifero come
il desiderio disordinato di un’unione ipostatica del Verbo di Dio
con la
sua natura angelica allo stesso modo di ciò che avviene
nell’incarnazione,
reputandola a lui assolutamente dovuta e ingiustamente rifiutata
per
essere assurdamente accordata alla natura umana. Comunque, in
definitiva,
questo peccato d’orgoglio, al di là delle diverse letture, è la
malizia
assoluta che rifiuta di fatto la piena trascendenza divina
nell’ordine dei
rapporti personali con Lui, nella pretesa, usando le parole di
Isaia, di
"farsi uguale all’Altissimo" (Is 14, 14). Oltre che nell’orgoglio,
il peccato degli angeli è stato tradizionalmente
identificato in modo particolare nella superbia. Una vera e
propria hybris,
volendo Satana essere signore del creato come Dio. Quest’atto di
superbia
li ha in tal modo condotti ad una "non adesione" a Dio, ad una
vera e
propria separazione da Lui. Ma la superbia è determinata anche da
un altro
fatto: dalla pretesa di conoscere esclusivamente con i propri
mezzi il
mistero divino. A causa dell’orgoglio e della superbia l’Angelo
dunque apostatò da Dio,
per cui verrà definito da Giustino e da Ireneo come "serpente
apostata".
Al di là di questo, c’è chi come Anselmo d’Aosta nel suo De casu
diaboli
cerca di cogliere più in profondità il senso ultimo di quella
"colpa".
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Selene
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Satana
Con il nome di Satana (l’avversario, in ebraico) o di diavolo (il calunniatore, in greco) la Bibbia designa un essere personale, per sé invisibile, ma la cui azione od influsso si manifesta sia nell’attività di altri esseri (demoni o spiriti impuri), sia nella tentazione. Il Vecchio Testamento non parla di Satana che molto raramente e sotto una forma che, salvaguardando la trascendenza del Dio unico, evita accuratamente tutto ciò che avrebbe potuto inclinare Israele verso un dualismo, al quale era anche troppo portato. Più che un avversario propriamente detto, Satana appare come uno degli angeli della corte di Jahve, che svolge nel tribunale celeste una funzione analoga a quella del pubblico accusatore, incaricato di far rispettare in terra la giustizia e i diritti di Dio. Tuttavia, sotto questo preteso servizio di Dio, si scorge già in Giobbe 1-3 una volontà ostile, se non a Dio stesso, almeno all’uomo e alla sua giustizia: egli non crede all’amore disinteressato; senza essere un "tentatore", si aspetta che Giobbe soccomba; segretamente lo desidera, e si capisce che ne gioirebbe. In Zaccaria 3, 1-5 l’accusatore si trasforma in vero avversario dei disegni d’amore di Dio circa Israele: affinché questi sia salvato, l’angelo di Jahve deve prima imporgli silenzio in nome stesso di Dio: Imperet tibi Dominus. La Genesi, inoltre, non parla che del serpente: creatura di Dio "come tutte le altre", questo serpente è tuttavia dotato di una scienza e di un’abilità che superano quelle dell’uomo. Soprattutto, fin dall’inizio, esso è presentato come il nemico della natura umana. Invidioso della felicità dell’uomo, esso giunge ai suoi fini usando già le armi che gli saranno sempre proprie, astuzia e menzogna: "il più astuto di tutte le bestie selvatiche", "seduttore", "omicida e bugiardo fin dall’origine".
Con il nome di Satana (l’avversario, in ebraico) o di diavolo (il calunniatore, in greco) la Bibbia designa un essere personale, per sé invisibile, ma la cui azione od influsso si manifesta sia nell’attività di altri esseri (demoni o spiriti impuri), sia nella tentazione. Il Vecchio Testamento non parla di Satana che molto raramente e sotto una forma che, salvaguardando la trascendenza del Dio unico, evita accuratamente tutto ciò che avrebbe potuto inclinare Israele verso un dualismo, al quale era anche troppo portato. Più che un avversario propriamente detto, Satana appare come uno degli angeli della corte di Jahve, che svolge nel tribunale celeste una funzione analoga a quella del pubblico accusatore, incaricato di far rispettare in terra la giustizia e i diritti di Dio. Tuttavia, sotto questo preteso servizio di Dio, si scorge già in Giobbe 1-3 una volontà ostile, se non a Dio stesso, almeno all’uomo e alla sua giustizia: egli non crede all’amore disinteressato; senza essere un "tentatore", si aspetta che Giobbe soccomba; segretamente lo desidera, e si capisce che ne gioirebbe. In Zaccaria 3, 1-5 l’accusatore si trasforma in vero avversario dei disegni d’amore di Dio circa Israele: affinché questi sia salvato, l’angelo di Jahve deve prima imporgli silenzio in nome stesso di Dio: Imperet tibi Dominus. La Genesi, inoltre, non parla che del serpente: creatura di Dio "come tutte le altre", questo serpente è tuttavia dotato di una scienza e di un’abilità che superano quelle dell’uomo. Soprattutto, fin dall’inizio, esso è presentato come il nemico della natura umana. Invidioso della felicità dell’uomo, esso giunge ai suoi fini usando già le armi che gli saranno sempre proprie, astuzia e menzogna: "il più astuto di tutte le bestie selvatiche", "seduttore", "omicida e bugiardo fin dall’origine".
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domenica 7 aprile 2013
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Selene
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Da un certo punto di vista angeli e demoni sono la medesima cosa, nel senso che hanno la stessa natura, la stessa origine e le stesse prerogative. Per il pensiero comune la loro differenza consiste nel fatto che i primi sono volti al bene e all’obbedienza nei confronti della Volontà Divina, mentre i secondi hanno scelto la via della ribellione e del male; per altre linee di pensiero, invece, questa differenza è solo apparente in quanto anche l'azione dei demoni deve sottostare alla Volontà di Dio e rientrare nel Progetto Divino.In ogni caso, l’esistenza di angeli e demoni è connessa a quello che è il più drammatico problema non solo dell’uomo, ma dell’intero universo: il bene e il male. E’ soprattutto l’esistenza di tale elemento negativo, antagonista, distruttivo, rappresentato dal male e dal suo "perché" che ha assorbito e tormentato le riflessioni di pensatori, filosofi, mistici, religiosi, ma anche della gente comune. Questa sezione inizia con la lettura della Bibbia e termina con l’analisi di Jung: nel mezzo, le riflessioni di uomini che di fronte alle ombre e alle luci dell’esistenza cercano spiegazioni.
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Selene
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Arcangelo è un tipo di angelo, presente nel
Cristianesimo,nell'Ebraismo e nell'Islamismo.L'etimo deriva dal latino"archangelus",composto dalle parole
greche"archein", comandare, e "anghelos",angelo.Gli Arcangeli
sono entità più elevate degli Angeli e lavorano sull'essere
umano ad un livello più sottile.Ci aiutano a sviluppare la
funzione mentale,ad avere la capacità di
discernere tra il bene ed il male,tra il vero ed il falso.Gli
Arcangeli
ci possono aiutare anche a comunicare,fattore questo molto
importante
nell'evoluzione dell'essere umano.Gli Arcangeli ci possono aiutare
a vivere meglio gli scambi e la
comunicazione, a sviluppare un modo più intimo e profondo di
comunicare,hanno quindi un ruolo estremamente importante nell'evoluzione
dell'essere
umano poiché la comunicazione è essenziale.Gli arcangeli
gestiscono,coordinano e consegnano l'Energia Divina agli Angeli che la
distribuiscono agli esseri intelligenti,compresi gli
umani. Non solo:ogni Arcangelo ha vibrazioni energetiche
diversificate,e influenza quindi le virtù degli Angeli che gli sono
stati affidati,compresi gli Angeli CustodiGli Arcangeli sono parecchi milioni, ma
soltanto dieci, sono fortemente legati al destino del pianeta
Terra.Sono 7 schiere di cui 3 maggiori e 4 minori. Attraverso di essi
opera lo “Spirito Santo“.Questi i loro nomi:
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Selene
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Etimologicamente
la parola "Angelo" deriva dal greco "angelos" che vuol
dire "messaggero". Essi sono i messaggeri di Dio e il loro Cielo è
sulla Terra perchè è qui
che ciascuno di essi compie il lavoro che Dio loro affida. Ognuno
di noi è
abituato a vivere in un mondo materiale ed è facile dimenticare
quello
spirituale che ci vive attorno...Non riusciamo e "vedere", a
"sentire" ma
Loro esistono...Gli Angeli non ci abbandonano mai...Sta a noi
riattivare
i canali di comunicazione sepolti dal fragore della nostra
quotidianità,
pervasa dalla brama e dai desideri inutili.Essi sono i nostri
amici, i nostri protettori, coloro che ci aiutano nella
battaglia contro il "male".Gli Angeli sono puri spiriti,
intelligentissimi, con ognuno una personalità ben distinta.Si può
dire che
l'angelo è l'Io nel suo più pieno significato, la completa
coscienza di sè;
più reale, di ogni realtà materiale, esso è concentrazione,
nucleo,vetta
suprema..Sono creature delicate e sottili, dotate della stessa
potenza degli
Arcangeli. Sono pura essenza d'amore, invulnerabili,incorruttibili
e
privi del decadimento che caratterizza l'uomo.Vivono in un'altra
dimensione e sono dotati di libero arbitrio. Comunicano
con noi attraverso il linguaggio dei segni, dei sogni, delle
emozioni e,se previsto dal nostro Karma, si rivelano con manifestazioni
eclatanti.Gli Angeli non hanno un involucro materiale come
noi, ma sono occhi che vedono,
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- Selene
- ciao mi chiamo selene nel web, ho 21 anni cosa dire di me... allora adoro il fantasy (si era capito!!! (^_^) )sono simapatica, sognatrice, romantica, testarda e determinata. Ho aperto questo piccolo spazio per condividre con voi la mia fantasia. ƸӜƷ Selene ƸӜƷ