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Il Mio Elemento

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cari amici se volete fare "pubblicità" ai vostri blog mandatemi un e-mail non scrivete i link del vostro sito o blog tra i commenti perchè verrà considerato spam e verranno cancellati e no blogwalking... E volevo informarvi che quello che scrivo e solo a scopo informativo non c'è nulla di provato vi abbraccio Selene...
sabato 8 ottobre 2011

Tanto tempo fa, quando il mondo non esisteva ancora, i primi dei nacquero in Cielo. La prima dea, Colei Che Invita, e suo marito, Colui Che Invita, vivevano sul ponte che collega il Cielo alla Terra e insieme crearono l'isola del Giappone. Poi Colei Che Invita diede vita agli dei e alle dee che dominavano le montagne della Terra, i ruscelli e i laghi. Per ultimo diede vita al dio del fuoco, il cui calore bruciante uccise Colei Che Invita. Colui Che Invita si inginocchiò al fianco della moglie e la tenne tra le braccia, versando fiumi di lacrime. Colui Che Invita pianse per giorni e giorni.
Tempo fa, su di un'isola al centro del lago Tegid, nel nord del Galles, viveva una potente maga di nome Cerridwen. La donna passava le giornate a creare pozioni che mantenevano viva l'ispirazione di poeti e cantori.Ella amava parlare agli animali e ne mutava le sembianze a suo piacimento.Cerridwen ebbe una vita gratificante sull'isola, fino alla nascita di suo figlio. Subito dopo il parto Cerridwen avvolse il neonato nelle Pieghe della sua lunga gonna bianca; lacrime amare cadevano sul corpo magro e deforme del figlio, mentre la madre cantava una dolce ninnananna. Una delle sue gambe, infatti, era più lunga dell' altra: avrebbe zoppicato tutta la vita. Inoltre il suo corpo era coperto di peli ispidi e neri e le sembianze del suo viso lo facevano assomigliare più ad un animale che ad un bambino. Mentre cantava, la dea pensava a quanto avrebbe sofferto con quel figlio così sgraziato. Egli sarebbe stato schernito da tutti e non sarebbe mai stato accettato nell' Alta Corte della Terra: anche se avesse provata con le sue pozioni magiche, Cerridwen non sarebbe mai riuscita a dargli una forma veramente umana. Non c'era niente da fare. Cerridwen sospirò e decise di chiamare il figlio Grande Corvo in quanto il suo aspetto le ricordava quell' uccello.


Tanto tempo fa, prima che noi nascessimo, vi erano due fratelli che giocavano nella grande pianura con arco e frecce. Il maggiore era un giovane a modo:era molto attento e notava quando gli altri avevano bisogno. Il più giovane, invece, pensava prima di tutto a sé stesso. Una mattina, mentre il sole dipingeva la pianura di un color rosa pallido, i due fratelli si sedettero ad ammirare l'alba.Il fratello maggiore, immerso nel silenzio, notò in lontananza una strana nuvola di polvere biancastra che sembrava correre velocemente nella loro direzione. Presto una brezza si alzò, mentre la nuvola procedeva a gran velocità.I due fratelli restarono immobili. Mentre la nuvola si avvicinava i due si accorsero che, in realtà, si trattava di una bellissima donna che sembrava fluttuare sulla pianura. I suoi lunghi capelli lucenti ondeggiavano come una brezza gentile. Ella era completamente vestita con un abito in pelle di daino bianco e sulle sue spalle si notava un fagotto. Il fratello maggiore era come paralizzato perché aveva compreso subito
un tempo vivevano un re e una regina che avevano due figlie. Essi amavano le bambine, ma un padre senza figli maschi, in Cina, era un uomo maledetto; un re senza eredi maschi era considerato indegno del suo potere. Per questo i due pregavano gli dei perché concedessero loro un altro figlio. E il figlio arrivò: la Terra tremò e il gradevole profumo dei fiori di loto riempì l'aria. Le nuvole acquistarono i colori dell' arcobaleno e il popolo si rese conto che era nato un essere prodigioso.Tutti ne erano felici, tranne il re e la regina, perché il loro terzo figlio era una femmina! Maio Shan era aggraziata e gentile come le sue sorelle maggiori, ma non vi era dubbio che fosse diversa da loro. Maio Shan si rifiutava di indossare ricchi indumenti di seta. "Vestirò semplici abiti di cotone come la gente comune" insisteva. E nemmeno accettava di mangiare cibi raffinati: "Una ciotola di riso, per favore!" chiedeva con un sorriso. Maio Shan aveva due passioni: pregare per i poveri e gli ammalati e nutrire gli animali randagi e sofferenti. Il re e la regina scuotevano la testa: i due non riuscivano a capire la loro figlia, ma tollerarono il suo comportamento fino a quando, ormai adulta, la ragazza rifiutò di sposarsi.
giovedì 6 ottobre 2011
Tanti anni fa il sole e l’acqua erano grandi amici, entrambi vivevano insieme sulla terra.Il sole andava a trovare l’acqua molto spesso, ma l’acqua non gli contraccambiava mai la visita. Alla fine il sole domandò all’acqua come mai non andava mai a trovarlo a casa sua. L’acqua rispose che la casa del sole non era sufficientemente grande, e se lei ci andava con i suoi famigliari, avrebbe cacciato fuori il sole.Poi l’acqua aggiunse: - Se vuoi che venga a trovarti, devi costruire una fattoria molto grande, ma bada che dovrà essere un posto sconfinato, perché la mia famiglia è molto numerosa e occupa un molto spazio.Il sole promise di costruirsi una fattoria molto grande, e subito tornò a casa dalla moglie, la luna, che lo diede ospitalità con un ampio sorriso quando lui aprì la porta. Il sole disse alla luna ciò che aveva promesso all’acqua, il giorno dopo incominciò a costruirsi una fattoria sconfinata per ospitare la sua amica. Quando essa fu pronta, chiese all’acqua di venire a fargli visita il giorno seguente. Nel momento in cui l’acqua arrivò chiamò fuori il sole e gli domandò se poteva entrare senza pericolo, e il sole rispose:- Sì, entra pure, amica mia.Allora l’acqua cominciò a riversarsi, accompagnata dai pesci e da tutti gli animali acquatici. Poco dopo l’acqua arrivata al ginocchio domandò al sole se poteva ancora entrare senza pericolo, e il sole rispose: - Sì. L’acqua seguitò a riversarsi dentro. Allorché l’acqua era al livello della testa di in uomo, l’acqua disse al sole: - Vuoi che la mia gente continui ad entrare? Il sole e la luna risposero: Risposero così perché non sapevano che altro fare, l’acqua seguitò ad affluire, finchè il sole e la luna dovettero rannicchiarsi in cima al tetto. L’acqua si rivolse al sole con la stessa domanda, ma ricevette la medesima risposta, e la sua gente seguitava a riversarsi dentro, l’acqua in breve sommerse il tetto,e il sole e la luna furono obbligati a salire in cielo, dove da allora sono rimasti.
Molto tempo fa in questo paese era buio fitto. Gli abitanti, tennero un'assemblea e decisero che occorreva una persona che fosse veloce a correre.: Scelsero Ghiandaia Azzurra.
Esso, si mise subito in moto in direzione di levante e finalmente giunse in una capanna di terra in un villaggio molto abitato a giudicare dalla quantità di capanne, ma nessuno in realtà era li, perché se ne erano andati ad una festa non molto distante. Entrato nella capanna trovò un bambino.. Ghiandaia Azzurra chiese al bambino:"Dove sono andati?'".Il ragazzo rispose:"Sono andati via":Nella capanna c'erano delle ceste di provviste contro la parete: Ghiandaia Azzurra indicò la prima cesta che vide li vicino e chiese:"Che c'è in quella cesta?".Il bambino rispose:"Prima sera".Poi indicò la cesta accanto dicendo:"Che c'è in quella cesta?".E il ragazzo rispose:"Appena buio".Le domande alternate dalle risposte si susseguirono, fino all’ ultima: "Che c'è in quella cesta?".Il fanciullo rispose:"Aurora".Allora Ghiandaia Azzurra afferrò lesto la cesta e se ne scappò di corsa!Il bambino cominciò a gridare:"Ci hanno rubato l'Aurora!".La gente non fece caso alle urla del bambino poco distante, e continuarono a danzare.. Finalmente l’ attenzione di un abitante cadde sulle urla e disse:"Il ragazzo grida che hanno rubato l'Aurora".
Tutti accorsero allora alla capanna e, spiegato l’ accaduto si misero presto ad inseguire Ghiandaia Azzurra verso ponente.Egli andava verso ponente, sempre verso ponente.Vicino alla Grande Valle lo raggiunsero.
Stavano per prenderlo; eran proprio sul punto di farcela, quando egli aprì la cesta e la luce volò fuori
Nei giorni lontani, quando la terra e la gente su di essa erano state create da poco, tutti i corvi erano bianchi come la neve.In quei tempi antichi la gente non aveva ne cavalli, ne armi da fuoco, ne armi di ferro.Tuttavia si procurava cibo , a sufficienza per sopravvivere cacciando il bufalo.Ma cacciare i grossi bufali a piedi con armi che avevano punte in pietra era duro, aleatorio e pericoloso.I corvi rendevano le cose ancora più difficili per i cacciatori per che erano amici dei bufali.Librati alti nell'aria, vedevano tutto quello che succedeva nella prateria. Ogni volta che notavano dei cacciatori avvicinarsi ad una mandria di bufali, volavano dai loro amici e, appollaiati tra le loro corna, davano l'allarme:" Caw, caw, caw, cugini, stanno venendo dei cacciatori. Stanno avanzando
mercoledì 5 ottobre 2011
In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso. In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve. Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese: - Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?- - Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato… aiutami! - rispose il lupo. La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla. - Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto - disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena. Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio. Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna. Poi sparì tra il folto della vegetazione. Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore. I lupi lo sanno… E ululano festosi alla luna piena.
Tutta la notte ho dormito con tevicino al mare, nell'isola.Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,tra il fuoco e l'acqua.Forse assai tardi i nostri sogni si unirono,nell'alto o nel profondo,in alto come rami che muove uno stesso vento,in basso come rosse radici che si toccano.Forse il tuo sogno si separò dal mioe per il mare oscuro mi cercava,come prima, quando ancora non esistevi, quando senza scorgerti navigai al tuo fianco e i tuoi occhi cercavano ciò che ora
- pane, vino, amore e collera -
ti do a mani piene, perché tu sei la coppa che attendeva i doni della mia vita.Ho dormito con te tutta la notte, mentre l'oscura terra gira con vivi e con morti, e svegliandomi d'improvvisoin mezzo all'ombra il mio braccio circondava la tua cintura. Né la notte né il sonno poterono separarci.Ho dormito con te e svegliandomi la tua bocca uscita dal sonno mi diede il sapore di terra, d'acqua marina, di alghe, del fondo della tua vita,e ricevetti il tuo bacio bagnato dall'aurora, come se mi giungesse dal mare che ci circonda

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ciao mi chiamo selene nel web, ho 21 anni cosa dire di me... allora adoro il fantasy (si era capito!!! (^_^) )sono simapatica, sognatrice, romantica, testarda e determinata. Ho aperto questo piccolo spazio per condividre con voi la mia fantasia. ƸӜƷ Selene ƸӜƷ

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