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mercoledì 10 aprile 2013
Pubblicato da
Selene
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La modalità della "colpa" angelica, oltre che in un mancato
riconoscimento
della sovranità divina, è stata variamente identificata. C’è per
esempio
una lettura di tale colpa legata all’evento cristologico. Secondo
S.
Ignazio, vescovo di Antiochia, la caduta angelica è dovuta alla
loro
mancanza di fede nella missione redentrice di Cristo: "Angeli gli
esseri
celesti, la gloria degli angeli, i principi visibili e invisibili
se non
credono nel sangue di Cristo hanno la loro condanna". La
ribellione degli
angeli, sempre in chiave cristologica, è invece talora colta nel
fatto che
alcuni di essi non sopporterebbero l’imperscrutabile disegno che
ha visto
Dio-Padre amare a tal punto gli uomini da inviare suo Figlio a
incarnarsi
e a umiliarsi fino a morire in croce per la loro salvezza.
Quest’amore
straordinario per gli uomini è per molti la vera causa della
ribellione:
già Ireneo vedeva nella colpa di Satana un peccato d’invidia e di
gelosia
nei confronti dell’umanità. Per fondare una tale lettura ci si
basava in
particolare sul testo biblico di Sap 2, 24 dove appunto si parla
di
"invidia del diavolo" nei confronti dell’uomo, creato a immagine
di Dio.
Per quanto riguarda invece la tesi che vedrebbe Satana e i demoni
peccatori per orgoglio, essa presenta diverse e sottili sfumature.
In
particolare i pensatori cristiani si dividono circa le cause di un
tale
orgoglio anche se in termini generali concordano sul fatto che il
primo
Angelo, Lucifero, volesse diventare come Dio e che gli altri
angeli lo
abbiano in certo modo imitato. Lucifero, presuntuoso per la sua
bellezza,
avrebbe desiderato ciò che era al di sopra di lui e a cui non
poteva
pervenire. L’orgoglio l’avrebbe dunque spinto a provare un
desiderio
inammissibile e indebito di dignità, a desiderare ciò a cui
sarebbe
pervenuto solo in virtù della grazia divina. Un’ulteriore
interpretazione
del peccato d’orgoglio è quella che concepisce la colpa di
Lucifero come
il desiderio disordinato di un’unione ipostatica del Verbo di Dio
con la
sua natura angelica allo stesso modo di ciò che avviene
nell’incarnazione,
reputandola a lui assolutamente dovuta e ingiustamente rifiutata
per
essere assurdamente accordata alla natura umana. Comunque, in
definitiva,
questo peccato d’orgoglio, al di là delle diverse letture, è la
malizia
assoluta che rifiuta di fatto la piena trascendenza divina
nell’ordine dei
rapporti personali con Lui, nella pretesa, usando le parole di
Isaia, di
"farsi uguale all’Altissimo" (Is 14, 14). Oltre che nell’orgoglio,
il peccato degli angeli è stato tradizionalmente
identificato in modo particolare nella superbia. Una vera e
propria hybris,
volendo Satana essere signore del creato come Dio. Quest’atto di
superbia
li ha in tal modo condotti ad una "non adesione" a Dio, ad una
vera e
propria separazione da Lui. Ma la superbia è determinata anche da
un altro
fatto: dalla pretesa di conoscere esclusivamente con i propri
mezzi il
mistero divino. A causa dell’orgoglio e della superbia l’Angelo
dunque apostatò da Dio,
per cui verrà definito da Giustino e da Ireneo come "serpente
apostata".
Al di là di questo, c’è chi come Anselmo d’Aosta nel suo De casu
diaboli
cerca di cogliere più in profondità il senso ultimo di quella
"colpa".
Per
Anselmo Satana ha voluto qualche cosa che egli conosceva senza
averla. Ora, egli
conosceva Dio. In particolare, egli sapeva che Dio è totalmente
autonomo e
ha voluto a sua volta essere totalmente autonomo, come Dio: ha
voluto
agire "propria voluntate", senza riferimento al suo Creatore. Nel
peccato di Satana per Anselmo non c’è dunque né l’indignazione per la
creazione di Adamo né il risentimento per l’incarnazione del
Verbo. Il suo
peccato è dovuto soltanto alla sua volontà di assoluta autonomia e
non è
la conseguenza della conoscenza di determinati eventi. E in una
direzione
analoga a quella di Anselmo si pone Tommaso d’Aquino quando
sostiene che
Satana per ottenere la beatitudine soprannaturale della piena
visione di
Dio non si è proteso verso Dio desiderando con gli angeli santi la
sua
perfezione finale per grazia, ma ha voluto ottenerla con le sue
proprie
forze naturali.L’interrogativo e lo scetticismo su Satana quale realtà personale hanno i
loro antecedenti storici e culturali soprattutto
nel contesto filosofico
del razionalismo in età illuministica, quando appunto si tende a
contestare la personificazione del male. Nessuno può ovviamente
negare
l’esistenza del male anche nei suoi tratti più terrificanti, ma la
ragione
stenta ad accettare un principio personale che stia all’origine
del male e
vada al di là dell’esperienza sensibile. Infatti Satana non cade
sotto il
dominio percettivo dei nostri sensi né può essere razionalmente
dimostrato: il diavolo quindi come entità personale non può che
essere
liquidato. A. Graf, nella sua opera del 1889, Il Diavolo, parla
così:Il diavolo è morto, o sta per morire e morendo egli non rientrerà
nel
regno dei cieli, ma rientrerà e si dissolverà nell’umana fantasia,
nella
stessa matrice ond’è uscito. La civiltà ha debellato l’inferno e
ci ha per
sempre redenti dal diavolo.Una tendenza che troverà una sua
recezione anche nell’ambito del pensiero
cristiano (soprattutto nella teologia liberale). In particolare F.
Schleiermacher sostiene nella sua opera La fede cristiana, del
1821, che
"la credenza nel diavolo non deve essere presentata come una
condizione
della fede in Dio o in Cristo". Un altro duro colpo inferto alla
concezione personale del diavolo verrà
indubbiamente dall’area delle scienze psicologiche, in particolare
le tesi
di Freud e di Jung, che tendono a riportare tutto entro una
conflittualità
insita nella stessa persona umana. Non ha quindi senso alcuno
spiegare il
male morale con l’influsso di Satana e non esiste più una realtà
oggettiva
personale e malefica al di fuori dell’uomo come appare chiaramente
da
questo brano di Jung: Un’altra figura, non meno importante e definita, è quella dell’Ombra che
si manifesta, o proiettata su persone adeguate o variamente personificata,
nei sogni. L’Ombra coincide con l’inconscio "personale(corrispondente al
concetto freudiano di inconscio). L’Ombra è stata spesso descritta dai
poeti. Ricorderò il rapporto tra Faust e Mefistofele e gli Elisir del
diavolo di Hoffman, per citare due descrizioni particolarmente tipiche. La
figura dell’Ombra personifica tutto ciò che il soggetto non riconosce e
che pur tuttavia, in maniera diretta o indiretta, instancabilmente lo
perseguita: per esempio tratti del carattere poco apprezzabili o altre
tendenze incompatibili.
La caduta / 2. Negli Apocrifi
Nel Libro dei Vigilanti, che è una delle cinque opere che compongono Enoc
Etiopico, la caduta degli angeli è descritta come la colpa derivante dalla
loro unione sessuale con le figlie degli uomini da cui poi nacquero i
giganti, esseri violenti e malvagi. Si tratterebbe quindi della
conseguenza di una volontaria e libera rinuncia al loro stato da parte di
angeli innamorati della donna. Enoc nel sostenere questa tesi riprende un
passo della Genesi (6, 1-4) che allude ai titani, nati dall’unione tra
donne mortali ed esseri celesti, tra "figlie degli uomini" e "figli di
Dio". Se il giudaismo posteriore e molti tra i primi scrittori
ecclesiastici hanno identificato gli angeli in questi "figli di Dio", a
partire dal IV secolo, i Padri, sulla base di una concezione più
spirituale degli angeli hanno per lo più interpretato i "figli di Dio"
come la discendenza di Set e le "figlie degli uomini" come la discendenza
di Caino. Del resto, già in un’altra delle opere contenute nel libro di
Enoc, il Libro delle parabole, detto anche Enoc slavo, il peccato degli
angeli non è più quello carnale, ma un peccato di "apostasia", poiché gli
angeli non hanno ascoltato la voce e l’imperativo divini optando invece
per la propria autonoma volontà in un atteggiamento interiore di
opposizione e di disobbedienza. Si assiste quindi al passaggio in
direzione di una dimensione di interiorizzazione e di spiritualizzazione
del peccato degli angeli. E lo "scandalo" che l’uomo ha rappresentato per
l’intera corte del Cielo ha lasciato evidenti tracce anche negli angeli
fedeli, che non sono esenti ma anzi percorsi da un angoscioso dubbio di
fronte alla "novitas dell’uomo", come appare ad esempio nell’Apocrifo
Apocalisse di Paolo. Qui, la presenza dell’uomo tormenta quindi sia
l’Angelo buono, messaggero e custode, sia l’Angelo Caduto.
La caduta / 3. Nel Corano
Sulla
vicenda della ribellione degli angeli, l’islamismo offre una
versione più "sentimentale" e "poetica". Satana, che il Corano
chiama
Iblis, si sarebbe ribellato a Dio per un eccesso di amore nei suoi
confronti: quando Dio, dopo aver creato gli esseri umani, ordinò
agli
angeli di servirli, Iblis si rifiutò perché sentiva di non poter
amare e
servire altri che il suo Creatore. Per questa ribellione Dio lo
cacciò.
Nella VII sura del Corano si legge: Eppure vi abbiamo creati, poi
vi abbiamo formati, poi abbiamo detto agli
angeli: "Prostratevi davanti ad Adamo!". E si prostrarono tutti
eccetto
Iblis, che fra i prostrati non fu. E disse Dio: "Che cosa ti ha
impedito
di prostrarti, quando te l’ho ordinato?". E quegli rispose: "Io
sono
migliore di lui: me tu creasti di fuoco e lui creasti di fango!". E
Dio
rispose: "Via di qui! Non ti è lecito fare il superbo! Fuori!
Oramai tu
sei un essere spregevole." Rispetto alla tradizione, questa sura
conferma che Iblis non si poneva in concorrenza con Dio, ma nondimeno
manifestava la propria superbia nei confronti dell’uomo e il proprio spirito insubordinato.
La caduta / 4. Una scelta irreversibile
Così scrive Massimo Cacciari nel suo "Angelo necessario": Tutti gli angeli sono creati nella grazia, ma la grazia non
violenta la
libera volontà. Alla mozione generale verso il Bene, propria di
ogni
creatura, subentra il momento dell’opzione, che Dio vuole
inalienabile:
come se Egli potesse regnare soltanto su una civitas di liberi
voleri. Un
bivio, un tremendo passo carraio si presenta, allora, sulla strada
dell’Angelo, ed egli deve affrontarlo; non gli è concesso di
rimanere
nella naturale mozione d’amore verso il suo Fattore. Qui egli deve
decidersi d’amare per poter amare totaliter alla fine. Il suo
amore è
soltanto in via finché non ha pronunciato questo pieno Sì. Ma la
possibilità del Sì implica quella della negazione, cioè
dell’affermazione
di un amore non rivolto al suo proprio Principio. L’angelologia
ortodossa insiste, con segno pressoché univoco,
sull’irreversibilità della decisione angelica. L’Angelo non
potrebbe
ravvedersi, poiché tutto ha visto con perfetta chiarezza… L’Angelo
è
altresì creato d’un sol colpo, perfettamente compos sui… e come la
sua
natura non conosce evoluzione, divenire, così la sua conoscenza
non è
costretta al faticoso itinerario dell’umana. Dio concede il tempo
all’uomo, perché per sua natura diveniente, affinché possa
ri-vedere le
proprie scelte, ma costringe l’Angelo ad un solo, irreversibile
aut-aut.
Dopo quell’istante la figura dell’Angelo sembra decisa in eterno:
decisa
l’azione che l’Angelo caduto o demone dovrà compiere fino al
Giudizio;
decisa l’orbita degli Angeli "felici", del Coro celeste. Deciso il
"rumore" infernale; decisa la polifonia paradisiaca. Da
quell’istante, la figura dell’Angelo non può più variare; gli Angeli
cessano di potersi volgere, come invece continuano ad essere le
altre
creature. E al non potersi più pentire corrisponde
simmetricamente, in
Cielo, il non poter più essere sedotti. Il corso dell’Angelo
diviene fermo
e sicuro come quello delle stelle, certissimo come quell’argine
che lo
zodiaco forma intorno alla Terra abitata.
La caduta / 5. Il male assorbito dall'Uomo e da Dio.
Importante è che l’uomo accetti il suo elemento demonico, la sua "ombra".
Tutto ciò non è privo di influenze sulla teologia contemporanea, se ad
esempio un teologo tedesco, J. Werbick, sostiene che molte espressioni
vanno "sdemonizzate" poiché gli esseri demoniaci sono semplici metafore di
quelle forze mondane che attanagliano l’uomo e lo rendono schiavo.
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- Selene
- ciao mi chiamo selene nel web, ho 21 anni cosa dire di me... allora adoro il fantasy (si era capito!!! (^_^) )sono simapatica, sognatrice, romantica, testarda e determinata. Ho aperto questo piccolo spazio per condividre con voi la mia fantasia. ƸӜƷ Selene ƸӜƷ
Bello questa storia sempre bravissima a riportare grazie cara buona serata-
RispondiEliminagrazie a te che mi segui cara ^__^
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