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giovedì 4 giugno 2015
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lunedì 26 maggio 2014
Pubblicato da
Selene
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La strega è una figura più o meno mitica presente nella cultura di molti popoli, antichi e moderni. Secondo le credenze popolari è una persona ritenuta dedita all'esercizio della stregoneria, ovvero che si ritiene sia dotata di poteri occulti,
che possono essere sia benigni, che maligni; in italiano con il termine
strega si intende solitamente una donna, mentre il suo omologo maschile
sarebbe lo stregone.
Nel corso del tempo la figura della strega è stata letta nelle varie culture in modi assai differenti: ad esempio in Occidente si passa da momenti di persecuzione, come nella cosiddetta caccia alle streghe del periodo Rinascimentale, fino ai momenti di rivalutazione, come nel moderno Neopaganesimo.
Nella cultura occidentale la figura della strega ha radici antichissime, basti solo ricordare la cosiddetta strega di Endor citata nella Bibbia, come anche le celebri streghe della Tessaglia, nell'antica Grecia; è dunque una figura che precede di molto il Cristianesimo. Solitamente la strega ha avuto una interpretazione negativa, in quanto ritenuta una persona dotata di poteri utilizzati per nuocere alla comunità, soprattutto agricola. A partire dal tardo Medioevo e l'inizio del Rinascimento, la Chiesa ha poi individuato nelle streghe delle figure eretiche, personaggi dannosi alla comunità e dediti al culto del maligno, perciò da perseguitare ed estirpare dalla società con la violenza.
A partire dall'Ottocento però è cominciata la rivalutazione della figura della strega. Tra le altre opere basti citare La Sorcière di Jules Michelet in cui lo storico francese afferma tra i primi che la stregoneria non fosse altro che un residuo di antichissime pratiche pagane. Altrettanta importanza ebbero, nei primi del Novecento, le tesi di Margaret Murray, che contribuirono molto alla nascita del Neopaganesimo e della Wicca. Secondo questa visione la stregoneria fu l'ultima testimonianza di culti o pratiche di origini remote, sopravvissute soprattutto nelle campagne: pratiche di guarigione, rituali di fertilità, conoscenze dell'uso delle erbe, comunicazione con gli spiriti e il numinoso e viaggi extracorporei, il che non fa altro che fare identificare la strega, con ciò che fa uno sciamano, nelle culture cosiddette primitive.
È stata avanzata l'ipotesi che la stregoneria sia l'interpretazione fantastica dell'intossicazione da Ergot.
Il termine italiano strega deriverebbe dal greco "stryx, strygòs" e sta per "strige, barbagianni, uccello notturnoma col passare del tempo assunse il più ampio significato di "esperta di magia e incantesimi".
Nel latino medievale il termine utilizzato era lamia, mentre nelle varie regioni d'Italia il nome che indica la strega, varia molto a seconda della località. Possiamo perciò trovare:
Inoltre ogni strega della tradizione è accompagnata da qualche strano animale, il famiglio, con caratteri diabolici che fungerebbe da consigliere della propria padrona, quali gatto, gufo, corvo, civetta, topo, rospo. E ancora, le loro stregonerie avvengono in giorni stabiliti in base al ciclo naturale.Un'altra immagine tradizionale e molto popolare della strega la rappresenta in volo a cavallo di una scopa. Questa iconografia dichiara esplicitamente la sua parentela con la Befana, e l'appartenenza di entrambe le figure all'immaginario popolare dei mediatori tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Al giorno d'oggi in ambito religioso si intende per strega anche una seguace di varie forme di neopaganesimo, in particolare i praticanti della Wicca o della Stregoneria Tradizionale
In entrambi i casi una notevole influenza ha avuto il saggio Aradia, o il Vangelo delle Streghe, scritto da Charles Godfrey Leland nel 1899, dove l'autore descrive in forma romanzata antichi riti della tradizione stregonesca italiana, chiamandola stregheria. Nel testo si narra di Aradia, figlia della dea Diana, che scende sulla terra per insegnare l'arte della stregoneria ai suoi seguaci.
Le streghe nel folklore sono molto spesso presentate come antagoniste degli eroi nelle fiabe popolari e ciò poi si riverbera nella letteratura, basti ricordare le figure presenti nel Macbeth; sempre nella letteratura, come ne La Celestina, la strega è spesso presente come personaggio rilevante, in certi casi è un co-protagonista.
Nella storia della letteratura la figura della strega e quella della maga sono spesso intrecciate tra di loro, partendo da Medea, che è al tempo stesso una sacerdotessa di Ecate, ed una guaritrice o avvelenatrice, passando per Circe fino ad arrivare alle figure di Alcina nell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, senza dimenticare molto più recentemente le streghe e maghe della saga fantasy del Ciclo di Avalon, scritta da Marion Zimmer Bradley. In comune hanno la capacità di essere incantatrici e tessitrici di illusioni.
Terry Pratchett nella serie di racconti con Tiffany Aching come protagonista, descrive le streghe come persone che aiutano chi ne ha bisogno (soprattutto anziani), e oltretutto aiutano a stabilire giustizia dove vivono. Il loro lato magico non è quindi composto da sfere di cristallo o altri oggetti magici, ma dalla bontà.
Nella serie letteraria di Harry Potter le streghe sono semplicemente donne dotate di poteri magici; di conseguenza non avrebbero malvagità innata.
La scrittrice Anne Rice ha creato un ciclo di romanzi con protagoniste delle streghe, intrecciato alle sue Cronache dei vampiri: La saga delle streghe Mayfair.
Il romanzo storico di Sebastiano Vassalli La chimera racconta le vicissitudini di una bella ragazza processata per stregoneria. Un tema simile viene affrontato anche nei romanzi di Celia Rees Il viaggio della strega bambina e Se fossi una strega.
La saga dei libri I diari delle streghe di Lisa J. Smith tratta interamente di streghe.
Nel corso del tempo la figura della strega è stata letta nelle varie culture in modi assai differenti: ad esempio in Occidente si passa da momenti di persecuzione, come nella cosiddetta caccia alle streghe del periodo Rinascimentale, fino ai momenti di rivalutazione, come nel moderno Neopaganesimo.
Nella cultura occidentale la figura della strega ha radici antichissime, basti solo ricordare la cosiddetta strega di Endor citata nella Bibbia, come anche le celebri streghe della Tessaglia, nell'antica Grecia; è dunque una figura che precede di molto il Cristianesimo. Solitamente la strega ha avuto una interpretazione negativa, in quanto ritenuta una persona dotata di poteri utilizzati per nuocere alla comunità, soprattutto agricola. A partire dal tardo Medioevo e l'inizio del Rinascimento, la Chiesa ha poi individuato nelle streghe delle figure eretiche, personaggi dannosi alla comunità e dediti al culto del maligno, perciò da perseguitare ed estirpare dalla società con la violenza.
A partire dall'Ottocento però è cominciata la rivalutazione della figura della strega. Tra le altre opere basti citare La Sorcière di Jules Michelet in cui lo storico francese afferma tra i primi che la stregoneria non fosse altro che un residuo di antichissime pratiche pagane. Altrettanta importanza ebbero, nei primi del Novecento, le tesi di Margaret Murray, che contribuirono molto alla nascita del Neopaganesimo e della Wicca. Secondo questa visione la stregoneria fu l'ultima testimonianza di culti o pratiche di origini remote, sopravvissute soprattutto nelle campagne: pratiche di guarigione, rituali di fertilità, conoscenze dell'uso delle erbe, comunicazione con gli spiriti e il numinoso e viaggi extracorporei, il che non fa altro che fare identificare la strega, con ciò che fa uno sciamano, nelle culture cosiddette primitive.
È stata avanzata l'ipotesi che la stregoneria sia l'interpretazione fantastica dell'intossicazione da Ergot.
Il termine italiano strega deriverebbe dal greco "stryx, strygòs" e sta per "strige, barbagianni, uccello notturnoma col passare del tempo assunse il più ampio significato di "esperta di magia e incantesimi".
Nel latino medievale il termine utilizzato era lamia, mentre nelle varie regioni d'Italia il nome che indica la strega, varia molto a seconda della località. Possiamo perciò trovare:
- Masca o Maggia (Piemonte);
- Stria o Bàsura (Liguria);
- Borde (Toscana);
- Strìa, Maggia (Lombardia, Emilia, Trentino, Friuli-Venezia Giulia);
- Cogas, Stria, Brúscias o Maghiargia (Sardegna);
- Strìa/Striga/Strigo (Veneto);
- Janara (Sannio) e (Irpinia);
- Mavara (Sicilia);
- Magara (Calabria e Basilicata);
- Masciáre o Chivàrze (Taranto e provincia);
- Macàra (Salento);
- Stiara (Grecìa Salentina);
- Stroll'ca (Umbria).
Inoltre ogni strega della tradizione è accompagnata da qualche strano animale, il famiglio, con caratteri diabolici che fungerebbe da consigliere della propria padrona, quali gatto, gufo, corvo, civetta, topo, rospo. E ancora, le loro stregonerie avvengono in giorni stabiliti in base al ciclo naturale.Un'altra immagine tradizionale e molto popolare della strega la rappresenta in volo a cavallo di una scopa. Questa iconografia dichiara esplicitamente la sua parentela con la Befana, e l'appartenenza di entrambe le figure all'immaginario popolare dei mediatori tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
La strega nel Neopaganesimo
In entrambi i casi una notevole influenza ha avuto il saggio Aradia, o il Vangelo delle Streghe, scritto da Charles Godfrey Leland nel 1899, dove l'autore descrive in forma romanzata antichi riti della tradizione stregonesca italiana, chiamandola stregheria. Nel testo si narra di Aradia, figlia della dea Diana, che scende sulla terra per insegnare l'arte della stregoneria ai suoi seguaci.
Le streghe nel folklore sono molto spesso presentate come antagoniste degli eroi nelle fiabe popolari e ciò poi si riverbera nella letteratura, basti ricordare le figure presenti nel Macbeth; sempre nella letteratura, come ne La Celestina, la strega è spesso presente come personaggio rilevante, in certi casi è un co-protagonista.
Nella storia della letteratura la figura della strega e quella della maga sono spesso intrecciate tra di loro, partendo da Medea, che è al tempo stesso una sacerdotessa di Ecate, ed una guaritrice o avvelenatrice, passando per Circe fino ad arrivare alle figure di Alcina nell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, senza dimenticare molto più recentemente le streghe e maghe della saga fantasy del Ciclo di Avalon, scritta da Marion Zimmer Bradley. In comune hanno la capacità di essere incantatrici e tessitrici di illusioni.
Terry Pratchett nella serie di racconti con Tiffany Aching come protagonista, descrive le streghe come persone che aiutano chi ne ha bisogno (soprattutto anziani), e oltretutto aiutano a stabilire giustizia dove vivono. Il loro lato magico non è quindi composto da sfere di cristallo o altri oggetti magici, ma dalla bontà.
Nella serie letteraria di Harry Potter le streghe sono semplicemente donne dotate di poteri magici; di conseguenza non avrebbero malvagità innata.
La scrittrice Anne Rice ha creato un ciclo di romanzi con protagoniste delle streghe, intrecciato alle sue Cronache dei vampiri: La saga delle streghe Mayfair.
Il romanzo storico di Sebastiano Vassalli La chimera racconta le vicissitudini di una bella ragazza processata per stregoneria. Un tema simile viene affrontato anche nei romanzi di Celia Rees Il viaggio della strega bambina e Se fossi una strega.
La saga dei libri I diari delle streghe di Lisa J. Smith tratta interamente di streghe.
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lunedì 22 luglio 2013
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Selene
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martedì 23 aprile 2013
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Selene
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Si racconta che, col finir dell'estate quando i pastori abbandonavano la valle di Vajolètt, le streghe scendessero fino al piano erboso di Ciampedìe, dove intrecciavano le loro danze alla luce della luna. Un giovane di Monzòn, di nome Gordo, fu curioso di vederle ballare. Quando tutti lasciarono la valle egli si nascose in una tobìa (fienile) aspettando. Passata la mezzanotte sbucarono innumerevoli streghe d'orribile aspetto; tra loro la Striona, loro condottiera, che si accorse subito di lui -qui dentro c'e' un uomo! fuori subito!- Gordo rimaneva immobile per la paura -apri o scendiamo dal camino!- egli tremante uscì: lo schernirono, gli tirarono i baffi, infine danzarono attorno a lui selvaggiamente. Poi la Striona lo apostrofò -chi e' la tua regina?- lui non capiva -se non capisci vuol dire che non hai ancora una regina! ne sceglierai una e subito! metti questa corona sul capo di quella che ti piace di più. Dovrai servirla fedelmente e per mezzo suo sarai ammesso alla nostra società- e gli diede una corona di sterpi. Egli non seppe decidersi perchè gli parevano una più brutta dell'altra, cosicchè le streghe andarono su tutte le furie: lo insultarono e picchiarono, poi lo legarono ad un albero ancor con la corona in mano -di qui a un anno sceglierai la tua regina!- Passarono i giorni e nessuno veniva a liberarlo perchè i pastori erano già scesi a valle. Non sentiva fame o freddo, ma a poco a poco il corpo si irrigidiva, la resina lo ricopriva...entro la primavera successiva viveva la vita dell'albero e nessuno avrebbe immaginato che là vi fosse un uomo.
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domenica 14 aprile 2013
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Selene
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Come tutti i popoli che si rispettano anche Fate, Gnomi ed Elfi credono nell'esistenza di esseri superiori portatori di fecondità e di vita.Tracce di credenze in questi esseri sono addirittura antecedenti alla popolazione Celtica. Lasciatevi quindi rapire da queste immagini, da queste parole per scoprire che parte di Cernunno, Lugh, Brigit sono dentro di voi
Il dio Pan è una divinità ellenica, parte uomo e parte capra, che il mito vuole figlio di Zeus e della ninfa Callisto, mentre un’altra versione lo vuole figlio di Penelope e di tutti i suoi pretendenti, con cui avrebbe avuto rapporti durante l’attesa del marito.Secondo Omero, infine, la versione più accreditata: nato dall’unione di Hermes e della ninfa Driope, ninfa della quercia; la madre lo abbandonò subito dopo la nascita poiché il suo aspetto era talmente brutto che ne rimase terrorizzata; Hermes allora lo raccolse e, dopo averlo avvolto in una pelle di lepre, lo portò sull’Olimpo per far divertire gli dei, causando così l’ilarità di Dionisio, che lo accolse nel suo seguito.È raffigurato con gambe e corna caprine, con zampe irsute e zoccoli, mentre il busto è umano, con due corna in fronte, il naso schiacciato, il volto ornato da una barba caprina e dotato di un’espressione terribile, a dispetto della quale Pan è un dio gioviale e generoso, sempre pronto ad aiutare quanti chiedono il suo aiuto.Dio solitario, non risiede sull’Olimpo ma vive specialmente nei boschi e con la sua voce spaventosa incute in chi ode una grande paura, che da Pan prende appunto il nome di timor panico. Racconta Plutarco che sotto il regno di Tiberio, un vascello romano si trovò a passare nei paraggi di un’isola del mar Egeo, quando il vento cessò improvvisamente e nel silenzio si udì una voce gridare: "Il Grande Pan è morto".
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- Selene
- ciao mi chiamo selene nel web, ho 21 anni cosa dire di me... allora adoro il fantasy (si era capito!!! (^_^) )sono simapatica, sognatrice, romantica, testarda e determinata. Ho aperto questo piccolo spazio per condividre con voi la mia fantasia. ƸӜƷ Selene ƸӜƷ